2013



ALBO D'ORO 

Sezione Autori Italiani
Emilio Gentile, “E fu subito regime”, Laterza.
Sezione Autori Stranieri
Michail Chodorkovskji, “La mia lotta per la vibertà”, Marsilio.
Sezione Tematiche Giovanili “Micol Cavicchia”
Marco Ansaldo, “Il falsario italiano di Schindler”, Rizzoli.
Finalisti Sezione Tematiche Giovanili “Micol Cavicchia”
Marco Ansaldo, “Il falsario italiano di Schindler”, Rizzoli.
Alfio Caruso, “La battaglia di Stalingrado”, Longanesi.
Remo Ceserani, Danilo Mainardi “L’uomo, i libri e altri animali”, Il Mulino.
La Giuria, inoltre, ha segnalato con una menzione speciale Daniela Quieti per il suo volume “Francis Bacon. La visione del futuro”, Tracce.

www.comune.roseto.te.it

Inserita: Mercoledì, 15 Maggio 2013 - Alle ore 14:11
XI EDIZIONE DEL PREMIO DI SAGGISTICA
 "CITTA' DELLE ROSE": I VINCITORI. 
IL 25 MAGGIO LA PREMIAZIONE


Lo storico Gentile e il detenuto Chodorkovskji, l'uomo che ha sfidato Putin. Menzione speciale per la pescarese Daniela Quieti. Terna di finalisti per la sezione giovani: la premiazione il 25 maggio prossimo alla Villa Comunale.
Sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa, alla presenza del sindaco, Enio Pavone, dell'assessore alla Cultura, Maristella Urbini, della dirigente del 1° Settore, Gabriella Lasca, di Mario Giunco e del consigliere, Camillo Di Pasquale, i vincitori dell'edizione 2013 del Premio di SAGGISTICA edita "Città delle Rose", un appuntamento che si rinnova per l'undicesimo anno consecutivo, riservato a volumi di autori italiani e stranieri, volti ad illustrare la condizione dell'uomo contemporaneo, così come si riflette nelle diverse discipline (letteratura, scienze umane e sociali).
"Il Premio "Città delle Rose" - spiega il sindaco Pavone - si è affermato negli anni come una delle manifestazioni culturali di maggiore rilievo a livello nazionale, oltre che come l'occasione per incontrare a Roseto, nel corso della cerimonia finale fissata per il prossimo 25 maggio, alcuni tra i maggiori autori della SAGGISTICA contemporanea. Un'iniziativa che tiene alto il nome di Roseto, anche in virtù dell'alto spessore dei componenti della giuria tecnica, e che porteremo avanti, anche nell'attuale momento di ristrettezze economiche".
La Giuria tecnica, presieduta da Vincenzo Cappelletti, e composta dal sindaco Enio Pavone, l'assessore Maristella Urbini, Daniele Cavicchia (Segretario organizzatore), Franco Ferrarotti, Dante Marianacci, Renato Minore, Aldo Forbice, Franco Di Bonaventura (membro onorario), Alessio Palmarini (utente Biblioteca Civica), ha designato vincitori:
- Per la sezione Autori italiani: lo storico di fama internazionale Emilio Gentile per il volume "E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma" (Laterza, 2012);
- Per la sezione Autori stranieri: Michail Chodorkovskji, l'uomo che ha osato sfidare Vladimir Putin, per il libro "La mia lotta per la libertà" (Marsilio, 2012);
- Per la sezione Tematiche giovanili intitolata a "Micol Cavicchia", la terna dei finalisti è composta da: il vaticanista Marco Ansaldo con "Il falsario italiano di Schindler (Rizzoli, 2013); lo scrittore di thriller politici e di mafia Alfio Caruso con "La battaglia di Stalingrado" (Longanesi, 2012); il letterato Remo Ceserani e l'etologo Danilo Mainardi con "L'uomo, libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato" (Il Mulino, 2013).
Assegnata, inoltre, la menzione speciale come miglior autore abruzzese alla scrittrice pescarese Daniela Quieti, per il volume "Francis Bacon. La visione del futuro" (ed. Tracce 2012).
"Una scelta ardua – sottolinea l'assessore Urbini – per la grande validità delle ben 94 proposte pervenute alla segreteria del Premio dalle maggiori case editrici italiane. Da evidenziare la particolare attenzione riservata anche alla cosiddetta editoria minore. Tra gli obiettivi di questa iniziativa anche quello di stimolare e avvicinare i giovani alla buona lettura, promuovendo il confronto diretto con gli autori".
"La terna dei finalisti della sezione Tematiche giovanili – aggiunge la dirigente Lasca –, come nella tradizione del premio, sarà sottoposta la vaglio di una Giuria di giovani, composta da 30 studenti delle scuole superiori rosetane e 15 utenti, under 25, della Biblioteca civica. Sarà la sensibilità dei ragazzi e il rapporto instaurato con gli autori che saranno presenti all'incontro a determinare il vincitore della sezione".
Sempre sabato 25 maggio, alle ore 18, presso la Villa Comunale si terrà la cerimonia conclusiva di premiazione alla presenza degli autori (per il vincitore delle sezione Autori stranieri interverrà un delegato).
Il Premio nella passata edizione ha visto la partecipazione di nomi di spicco come la giornalista Concita De Gregorio, Miguel Gotor, il neurologo Boris Cyrulnik e, andando a ritroso nelt tempo, di illustri letterati e filosofi quali i filosofi Luciano Canfora e Vittorino Andreoli.

LE SCHEDE DEI VINCITORI E DELLE LORO OPERE 

EMILIO GENTILE
Storico di fama internazionale, ha insegnato Storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma. Nel 2003 ha ricevuto dall'Università di Berna il Premio "Hans Sigrist" per i suoi studi sulla religione politica.
"E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma" (ed. Laterza, 2012) "Fece fessi tutti": la frase, niente affatto elegante ma volgarmente efficace, fu usata nel 1949 da Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Benito Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l'abilità con la quale il giovane duce, alla vigilia della "marcia su Roma", mise nel sacco tutti i maggiorenti della classe dirigente liberale, che avrebbero potuto impedirgli di diventare il capo di un nuovo governo. Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra e Facta caddero nella trappola delle trattative che Mussolini condusse separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre del 1922, lasciando credere a ognuno che l'avrebbe preferito come presidente del Consiglio in un ministero di coalizione con la partecipazione dei fascisti. E mentre il duce trattava, il partito fascista mobilitava la sua organizzazione armata per la conquista del potere. Con l'inganno, dunque, Mussolini "fece fessi tutti", ma le negoziazioni non sarebbero neppure iniziate senza il dispiegamento della forza del partito fascista che, usando la violenza, dominava incontrastato in gran parte dell'Italia settentrionale e centrale e sfidava apertamente lo Stato con la sua milizia armata. In effetti, non furono le trattative con i vecchi governanti ad aprire al partito fascista la via al potere, ma fu l'insurrezione squadrista che indusse il capo dello Stato monarchico a cedere alla pretesa di Mussolini di avere l'incarico di formare il nuovo governo.

MICHAIL CHODORKOVSKJI È diventato un simbolo della lotta per la libertà nella Russia di Putin: non solo la sua personale ma quella di un intero paese. Ex magnate alla guida del colosso petrolifero Yukos, Michail Chodorkovskij dal 2003 si trova in carcere, imprigionato con l'accusa di frode fiscale. Due lunghi processi, altrettante contestate condanne e la detenzione in Siberia non ne hanno però fiaccato lo spirito. Dalla prigionia ha continuato a scrivere e a lanciare messaggi capaci di incidere profondamente sulla vita politica russa e di imporre il suo caso all'attenzione dell'opinione pubblica europea e mondiale.
"La mia lotta per la libertà" (ed. Marsilio, 2012)Questo libro raccoglie gli scritti dell'ex "oligarca". Gli articoli segnano la volontà di partecipare attivamente alla vita del paese, analizzandone vizi e problemi. "Proprietà e libertà", scritto mentre era in atto lo smantellamento della Yukos, ne ripercorre la vicenda e chiarisce i rapporti tra interessi e potere. La serie "Svolta a sinistra" - tre articoli, pubblicati tra il 2005 e il 2008, che hanno provocato reazioni contrastanti - presenta un ambizioso programma di riforme per la Russia, con profonde riflessioni sui concetti di proprietà privata e liberalismo. "La Russia attende un tribunale indipendente" e "Generazione M" richiamano Dmitrij Medvedev alle responsabilità che egli si è assunto come successore di Putin: garantire un potere giudiziario indipendente e stabilire un'agenda seria per la modernizzazione del paese.

MARCO ANSALDO
Vaticanista di "Repubblica" e inviato speciale per la politica internazionale, ha effettuato reportage in tutto il mondo. È uno dei più autorevoli esperti di Turchia. Insegna Giornalismo estero presso l'Università LUISS di Roma. Ha scritto Né tetto né legge. L'Odissea dei profughi (1997), Top secret: il caso Öcalan. Un intrigo italiano fra Cia, Mossad.
"Il falsario italiano di Schindler" (ed. Rizzoli, 2013)
Da Primo Levi a Mafalda di Savoia, da Boris Pahor ai Finzi-Contini: il primo grande racconto italiano dall'archivio dei campi di sterminio. Ventisei chilometri di scaffali, oltre trenta milioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste, effetti personali, fotografie: le stanze segrete dell'ex caserma delle Ss di Bad Arolsen custodiscono l'archivio definitivo dell'Olocausto, il registro più completo dell'ossessione nazista di documentare e catalogare ogni singolo aspetto dello sterminio. Un inferno di carta… Marco Ansaldo è il primo italiano a essersi addentrato in questo labirinto di fogli e storie. Quelle ignote degli internati illustri — Anna Frank, Primo Levi, i Finzi-Contini, Mike Bongiorno diciannovenne in fuga verso l'America — e quelle travagliate dei molti anonimi dimenticati. Come il tipografo Schulim Vogelmann, ebreo fiorentino di origini polacche, l'unico italiano salvato da Schindler, che imparò il tedesco a costo di preziosi tozzi di pane e divenne falsario per conto del Reich. O gli angeli della resistenza di Buchenwald, i giovani detenuti che si batterono con tutte le forze per salvare i bambini del campo dalla deportazione a mete terminali come Auschwitz. Vite spezzate, famiglie distrutte, gesti, vicende e destini che trasformano questo libro in un inaspettato romanzo corale sulla forza dell'uomo e la sua costante ricerca della salvezza

ALFIO CARUSO 
Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è autore di sette romanzi, thriller politici e di mafia: Tutto a posto (1991), I penitenti (1993), Il gioco grande (1994), Affari riservati (1995), L'uomo senza storia (2006), Willy Melodia (2008), L'arte di una vita inutile (2010) e di due saggi di sport con Giovanni Arpino. Presso Salani è apparso Breve storia d'Italia. A Italiani dovete morire sono stati attribuiti il Premio Hemingway e il Premio Acqui Storia.

"La battaglia di Stalingrado" (ed. Longanesi, 2012)
Stalingrado (l'odierna Volgograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943. Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia. Il freddo, la fame, la sete, le malattie uccisero più tedeschi degli attacchi russi. La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ogni ferita era a rischio d'infezione, la sopravvivenza una sfida quotidiana. Il 2 febbraio del 1943, contravvenendo all'ordine del Führer di resistere a ogni costo, si arresero in centoventimila: di questi solo seimila tornarono a casa dopo una lunga detenzione, durata per alcuni tredici anni. Dopo oltre cinque mesi di battaglie, il mattatoio contava più di un milione e mezzo tra morti e feriti, dall'una e l'altra parte. Dei settantasette soldati italiani che avevano partecipato all'assedio se ne salvarono soltanto due. Con la sconfitta di Hitler e dei suoi eserciti nella battaglia di Stalingrado, ebbe finalmente inizio il cruento tracollo del Terzo Reich.

REMO CESERANI-DANILO MAINARDI
Remo Ceserani ha insegnato Letterature comparate nell'Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato tra l'altro «Il fantastico» (1996), «Il testo poetico» (2005), «Il testo narrativo» (con A. Bernardelli, 2005), «La letteratura nell'età globale» (con G. Benvenuti, 2012).
Danilo Mainardi è professore emerito all'Università Ca' Foscari di Venezia e direttore della Scuola internazionale di Etologia del Centro E. Majorana di Erice. Tra i suoi libri: «L'animale culturale» (Rizzoli, 1975), «L'animale irrazionale» (Mondadori, 2001), «Nella mente degli animali» (Cairo, 2006). Collabora con «Superquark» (Rai1) e scrive sul «Corriere della Sera».
"L'uomo, libri e altri animali" (ed. Il Mulino, 2013)
Dialogo tra un etologo e un letterato. La storia: due compagni di scuola si ritrovano dopo molti anni. Divenuti nel frattempo noti studiosi – l'uno di animali, l'altro di letteratura – scoprono il piacere di divagare assieme sui rispettivi interessi, per trovarvi analogie e differenze ma anche uno stesso sentire. Ne nasce un dialogo vivace, che tocca temi assai diversi ma con un comune denominatore: il confronto fra mondo animale, mondo dell'uomo e universo letterario. Vi si parla di metamorfosi e travestimenti (da Ovidio agli occhi sulle ali delle farfalle); di delfini che si chiamano per nome, dei baci delle scimmie, dei colombi e di mille personaggi romanzeschi; dei sogni di cani e gatti, ma anche di quelli di Calvino e Jack London; di tanti altri comportamenti che accomunano l'uomo agli altri animali e che trovano riflesso nella letteratura di ogni tempo.

DANIELA QUIETI
E' nata e vive a Pescara. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, specializzata presso l'Istituto Italo- Africano, è giornalista pubblicista. Dirige la collana "Campi Magnetici" per le Edizioni Tracce e fa parte di giurie di prestigiosi concorsi tra cui il Premio Internazionale di Narrativa Città di Penna-Mosca. Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco (2007), Cerco un pensiero (2008), Uno squarcio di sogno (2010), L'ultima fuga (2011), e le raccolte di racconti Altri tempi (2009) ed Echi di riti e miti (2010).

"Francis Bacon. La visione del futuro" (ed. Tracce 2012)
La scienza è potere: e questo Daniela Quieti ci illustra dalle pagine di Bacon con molta padronanza della materia e con chiara affabulazione. La collana di SAGGISTICA che l'editrice Tracce inaugura con questo volume dedicato a Francesco Bacone, una delle figure-guida della ricerca non soltanto scientifica, bensì dell'intero universo del creativo, si propone come esigenza fondamentale l'indagine, la percezione, la possibilità di offrire all'uomo del nostro tempo ulteriori momenti di reperimento al vivo di un passato che si proietti nel presente, in virtù della forza e del vigore di protagonisti, o di idee di fondo, in grado di fornire una sorta di identificazione culturale non fine a se stessa, bensì capace di individuare nuovi potenziali di vita e di pensiero.
Il saggio di Daniela Quieti, un viaggio della conoscenza all'interno di un personaggio essenziale non solo nel novero della ricerca scientifica, ma di ogni angolazione e di ogni recesso dell'umana ricerca, si prospetta come essenziale per intendere la portata della rivoluzione scientifica, fra il ‘500 e il ‘600, di cui Bacon fu protagonista.
Ufficio Stampa

http://www.memorialitalia.it/premio-citta-delle-rose-a-michail-chodorkovskij/


XI EDIZIONE DEL PREMIO DI SAGGISTICA CITTA’ DELLE ROSE
La premiazione si è svolta sabato 25 maggio a Roseto degli Abruzzi.
Per la sezione Autori stranieri con: La mia lotta per la libertà (Marsilio 2012), Michail Chodorkovskji, tycoon del colosso petrolifero Yukos, da “oligarca ribelle” a carcerato più celebre in Russia per aver osato sfidare Vladimir Putin, il premio è stato consegnato alla Associazione “Memorial Italia” per l’attività svolta a favore dei diritti umani in Russia. L’opera premiata “La mia lotta per la libertà” raccoglie gli scritti dell’ex “oligarca ribelle”, contrassegnati dalla volontà di partecipare attivamente alla vita del paese, sviluppando una riflessione su temi quali liberalismo, proprietà privata e i complessi intrecci tra interessi economici e potere.
Riportiamo qui sotto il testo integrale della motivazione ufficiale del Premio Città delle Rose
Motivazione Premio a Michail Chodorkovskij 
(per il libro “La mia lotta per la libertà” ,Marsilio).
Michail Chodorkovskij è diventato un simbolo della lotta per la libertà. Era un magnate russo,alla guida del colosso petrolifero Yucos.Di origini modeste ( i suoi genitori,anche se ingegneri ,lavoravano in una fabbrica) Michial aveva creato banche,imprese industriali e commerciali. Era sicuramente uno degli uomini più ricchi della Russia post comunista (al 26° posto nella classifica mondiale Forbes) ma non ha tenuto conto dello strapotere di Wladimir Putin .Aveva fatto capire che sarebbe ben presto sceso in politica per cercare di costruire la democrazia ,quella vera,quella di modello occidentale. E naturalmente il presidente non era d’accordo: ha cercato di contrastarlo,facendo arrestare ,con dei pretesti,suoi soci e collaboratori ,ma l’imprenditore non mostrava cedimenti e non rinunciava alle denunce e ad alleanze politiche che davano fastidio al premier .
Il 25 ottobre 2003 Chodorkovskij viene arrestato all’aeroporto di Novosibirsk con l’accusa di frode fiscale. Stava per concludere la sua condanna in carcere,quando nel 2010 viene raggiunto da un’altra sentenza che lo condannava alla reclusione fino al 2017. Ora si trova in Carelia per scontare la pesante pena: una condanna che è stata stigmatizzata da tutti i governi e i politici dell’Occidente,da intellettuali di ogni parte del mondo,oltre che dalla Corte europea dei diritti dell’uomo,che nel 2011 ha denunciato le gravi violazioni dei diritti fondamentali in tutte le fasi: da quelli dell’arresto a quelli della detenzione . In carcere l’ex imprenditore scrive articoli per i giornali,saggi e risponde alle domande poste da giornalisti e scrittori ,in interviste ,che vengono pubblicate sulla stampa russa e internazionale. I suoi scritti sono una “serena” denuncia dei fatti e misfatti del potere economico e politico russo,auspicano una magistratura veramente indipendente dal Cremlino ed espongono linee riformatrici nel campo economico e di modernizzazione del paese. Non vi è acrimonia,nè odio nei confronti di Putin e Medvedev,per i loro comportamenti illiberali che hanno bloccato la crescita,l’evoluzione democratica della Russia post comunista. Sa molto bene Chodorkovskij che,scrivendo in un carcere siberiano,non si può permettere denunce roventi per evitare altre nefaste conseguenze. Egli spera di ritrovare la libertà ,anche per contribuire a costruire un sistema democratico vero,sperando ,nel frattempo,che la stagione di Putin tramonti definitivamente,insieme alla gestione autoritaria e illiberale della Federazione russa.
Il libro,che la Giuria ha premiato, è denso di riflessioni profonde,scaturite da un ex potente ora sofferente in un carcere,con l’unico sostegno della speranza nella libertà,nella democrazia e nella fede cristiana. In una testo di qualche tempo fa Chodorkovskij scriveva: “Io credo che l’uomo dentro di sé tenda verso la libertà,l’amore,la verità, e solo su questa strada può essere felice. Dove sono le prove io non le ho. Cioè, potrei farci dei ragionamenti ,ma sarebbe demagogia… Sarebbe strano non credere vivendo in un mondo enorme, inesplorato, senza conoscerci profondamente, sarebbe strano pensare che tutto ciò che ci circonda è il prodotto di una coincidenza casuale dei fatti. Si può credere che Dio esiste o che non esiste. La fede non reclama prove,come è noto. Ma se Dio non esiste e tutta la nostra vita è un secondo di cammino dalla cenere alla cenere,che senso ha tutto ? Che senso hanno i nostri sogni,le nostre sofferenze e aspirazioni ? Perchè sapere ? Perché amare ? Perché vivere in fin dei conti ? Non posso credere che sia tutto semplicemente così. Non posso e non voglio…. (a proposito della democrazia) Non è possibile rifiutare il liberalismo solo perché una parte dei liberali (non la migliore,ma semplicemente la più lesta) ha voluto la bicicletta e non ha pedalato. Questo significa che ci toccherà la democrazia non dall’alto,ma attraverso un cammino naturale,vale a dire difficile,’dalle radici,dal basso’. ”
La giuria del Città delle Rose ha deciso di assegnare,all’unanimità,il Premio per la saggistica straniera a Mihail Chodorkovskij ,ma di trasmetterne il corrispettivo in denaro, al Centro per la difesa dei diritti umani “Memorial”,che da anni si batte per la tutela dei giornalisti,degli operatori culturali e dei difensori dei diritti umani. Tra questi ricordiamo per tutti la giornalista russa Anna Politoskaia (anch’essa premiata dalla nostra giuria) qualche anno prima di essere assassinata da sicari del regime russo.
Da qualche tempo “Memorial “ è nel mirino della magistratura russa,che impone vincoli sempre più rigidi, limitandone gli spazi di indagine e di autonomia operativa . Questo premio vuole rappresentare anche una testimonianza di attiva solidarietà con la coraggiosa opera di questa associazione .
(a.f.) 24 maggio 2013




XI Premio di Saggistica “Città delle Rose”: Menzione Speciale come miglior autore abruzzese alla scrittrice e giornalista pescarese Daniela Quieti
La Giuria tecnica dell’XI Edizione del Premio di Saggistica “Città delle Rose”, presieduta da Vincenzo Cappelletti, e composta dal sindaco Enio Pavone, assessore Maristella UrbiniDaniele Cavicchia (Segretario organizzatore), Franco Ferrarotti, Aldo Forbice, Dante Marianacci, Renato Minore, Franco Di Bonaventura (membro onorario), Alessio Palmarini (utente Biblioteca Civica), ha assegnato la Menzione Speciale come miglior autore abruzzese alla scrittrice e giornalista pescarese Daniela Quieti per il volume Francis Bacon La visione del futuro (Tracce 2012).
Il Premio di Saggistica “Città delle Rose” si è affermato negli anni come uno degli appuntamenti culturali di maggiore rilievo, riservato a volumi dei più significativi autori italiani e stranieri volti a illustrare la condizione dell’uomo contemporaneo, così come si riflette nelle diverse discipline (letteratura, scienze umane e sociali).
Nella sezione Autori italiani, la Giuria tecnica ha designato vincitore lo storico di fama internazionale Emilio Gentile per il volume E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma (Laterza, 2012); per la sezione Autori stranieri, il detenuto Michail Chodorkovskji, l’uomo che ha osato sfidare Vladimir Putin, per il libro La mia lotta per la libertà (Marsilio, 2012); per la sezione Tematiche giovanili intitolata a “Micol Cavicchia”, la terna dei finalisti è composta da: il vaticanista Marco Ansaldo con Il falsario italiano di Schindler (Rizzoli, 2013); lo scrittore di thriller politici e di mafia Alfio Caruso con La battaglia di Stalingrado (Longanesi, 2012); il letterato Remo Ceserani e l’etologo Danilo Mainardi con L’uomo, libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato (Il Mulino, 2013).
Sabato 25 maggio, alle ore 18.00, presso la Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi (TE), si terrà la cerimonia conclusiva di premiazione alla presenza degli autori.
Il Premio nella passata edizione ha visto la partecipazione di nomi di spicco come la giornalista Concita De Gregorio, Miguel Gotor, il neurologo Boris Cyrulnik e, andando a ritroso nel tempo, di illustri letterati e filosofi quali Luciano Canfora e Vittorino Andreoli.

Dall’Introduzione di Walter Mauro
La collana di saggistica che l’editrice Tracce inaugura con questo volume dedicato a Francesco Bacone, una delle figure/guida della ricerca non soltanto scientifica, bensì dell’intero universo del creativo, si propone come esigenza fondamentale l’indagine, la percezione, la possibilità di offrire all’uomo del nostro tempo ulteriori momenti di reperimento al vivo di un passato che si proietti nel presente, in virtù della forza e del vigore di protagonisti, o di idee di fondo, in grado di fornire una sorta di identificazione culturale non fine a se stessa, bensì capace di individuare nuovi potenziali di vita e di pensiero. Il saggio di Daniela Quieti, un viaggio della conoscenza all’interno di un personaggio essenziale non solo nel novero della ricerca scientifica, ma di ogni angolazione e di ogni recesso dell’umana ricerca, si prospetta come sostanziale per intendere in quale misura la rivoluzione scientifica, fra il 1500 e il 1600, di cui Bacone fu protagonista, abbia inciso nell’arco di una temperie culturale che da quegli anni remoti si distende fino a raggiungere il nostro tempo.
Dalla Prefazione di Aldo Onorati
La scienza è potere: e questo Daniela Quieti ci illustra dalle pagine di Bacon con molta padronanza della materia e con chiara affabulazione. Chi dovesse, o volesse, addentrarsi nel mondo di Francesco Bacone, farebbe bene a leggere questo breve saggio, il quale è dichiarativo ed esplicativo, nitido, completo nella sostanza del centro focale del pensiero ancora oggi vivo del Verulamio.




Commenti

Post più popolari